Le ultime da Gaza, oggi 12 marzo – un intervento in radio, da Gemini network

Qui l’aggiornamento ad oggi, martedì 12 marzo, della tragica situazione in cui versa la popolazione di Gaza, sottoposta all’attacco genocidario di Israele e della coalizione dei volonterosi carnefici occidentali, guidata dagli Stati Uniti con l’Italia di Meloni-Mattarella in prima fila tra quanti sostengono e legittimano il massacro.

L’eccellente aggiornamento è a cura del compagno Marco di Pisa per la Palestina per Radiograd e Gemininetwork – riassume in modo chiaro e completo, i diversi aspetti di una politica di illimitata violenza distruttiva e di altrettanto illimitati cinismo e perversione esibiti con osceno orgoglio dai suoi promotori, che inesorabilmente richiama i crimini del nazismo. E per certi versi li supera.

https://gemininetwork.it/yesterdays-papers-cronache-da-gaza/

In questo breve, denso intervento tanti aspetti sono sinteticamente nominati. Ne sottolineiamo due: i terribili colpi inferti alla salute mentale (oltre che a quella fisica) dei bambini di Gaza, e le terribili sofferenze imposte alle donne, specie a quelle incinte – come viene denunciato in questo comunicato per l’8 marzo dell’Islamic Relief, segnalatoci dalla compagna M. Grazia.

In un comunicato stampa per celebrare la Giornata internazionale della donna, Islamic Relief ha riferito che le donne incinte e le neomamme a Gaza stanno affrontando una lotta costante per mantenere in vita se stesse e i loro bambini, in mezzo a carenze di cibo, acqua e cure mediche pericolose per la vita. Il personale dell’Islamic Relief a Gaza riferisce che le donne incinte subiscono i cesarei senza anestetico o antidolorifici, i neonati muoiono di fame e una carenza di materiali per l’igiene mestruale, che porta donne e ragazze a sviluppare infezioni mentre ricorrono all’uso di frammenti di stoffa o vestiti strappati che possono trovare.

Ci sono circa 50.000 donne incinte a Gaza e, ogni giorno, circa 180 donne partoriscono tra le macerie o in tende o auto, perché non possono accedere all’ospedale o alle strutture mediche, ha detto l’organizzazione, aggiungendo che le donne incinte e i neonati sono stati ripetutamente costretti a evacuare gli ospedali e gli operatori umanitari segnalano un grande aumento delle nascite premature a causa dei livelli estremi di stress.

Secondo il comunicato stampa, con le donne incinte e le neomamme a rischio particolarmente elevato di malnutrizione, i parenti e i partner rinunciano al proprio cibo per loro, ma la maggior parte delle donne a Gaza ora trascorre giorni interi senza mangiare. Molte nuove madri affrontano la disidratazione perché non possono ottenere abbastanza acqua, rendendo ancora più difficile per loro allattare al seno.

Secondo CARE: “I nostri partner ci stanno dicendo che i rifugi che gestiscono vedono le donne seppellire i loro neonati ogni giorno, poiché non hanno accesso a cure mediche critiche, o semplicemente perché non c’è modo di nutrirli”.

La Federazione internazionale dei giornalisti, osservando che tredici donne giornaliste hanno perso la vita a Gaza dall’inizio del conflitto, ha dichiarato che “il lavoro delle donne giornalisti a Gaza è determinante per portare l’attenzione globale sulla situazione e fornisce un’altra prospettiva sulla guerra” e ha ribadito “l’assoluta necessità per tutti i giornalisti di riferire liberamente e in sicurezza da Gaza”.

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